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Centri Storici / Storia
San Vito al Tagliamento

Storia di San Vito al Tagliamento

Nei primi decenni del ‘500, dopo alcune incursioni turchesche nei dintorni, il fossato viene ampliato, Borgo San Lorenzo (appena fuori le mura) incorporato nel centro e vengono costruiti la Torre Grimana e il torrione circolare a sud-est, dando al centro forma trapezoidale. La piazza centrale assunse l’aspetto attuale, ampia e con prestigiosi palazzi della nascente borghesia, decorati con affreschi tornati alla luce. Allora vi soggiornarono e vissero importanti artisti (pittori, scultori in pietra e in legno, maestri di grammatica, letterati). La tradizione culturale continuò nei secoli successivi, in particolare con lo storico Paolo Sarpi, veneziano ma figlio di un sanvitese, e con il sacerdote, maestro di cappella e naturalista Anton Lazzaro Moro, uno dei più insigni scienziati del Settecento italiano.

In borgo Castello si può respirare ancora il passato medioevale. Il castello di San Vito risale per certo al XII secolo e fu restaurato nel secolo successivo con l’aggiunta di due torri: Torre Raimonda e Torre di San Nicolò (Scaramuccia). Accanto a quest’ultima rimangono i resti delle mura difensive che un tempo circondavano tutto il borgo nonché parte dell’Ospedale dei Battuti, fondato dalla confraternita laica dei Battuti nel XIV secolo. Degne di nota sono anche la Chiesa di santa Maria dei Battuti annessa all’antico ospitale, con ciclo di affreschi amalteiani e la Chiesa dell’Annunziata o chiesa di santa Maria del Castello con affreschi trecenteschi di scuola friulana.

Appena fuori dalla seconda cinta di mura, entro il giro di fosse odierne, fa bella mostra di sé l’ex convento dei Domenicani ora sede della Biblioteca Civica, dell’Ufficio Beni ed Attività Culturali e dell’Ostello della Gioventù. Annessa, la chiesa seicentesca di san Lorenzo che conserva lacerti di affreschi quattrocenteschi e cinquecenteschi e le spoglie di Pomponio Amalteo (Motta di Livenza, 1505 - San Vito al Tagliamento, 1588) e della sua famiglia, insieme a quelle di altre famiglie nobili del luogo.

Fonte: Comune di San Vito

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