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Manifestazioni

Inverno

Pordenone
Venerdì 27 gennaio 2017

GRANDE CONCERTO SINFONICO CON LA JANÁČEK PHILHARMONIC ORCHESTRA

Negli anni più oscuri del Novecento le persecuzioni razziali, le discriminazioni, la repressione politica e i campi di sterminio hanno annientato – insieme a milioni di vite – un grande patrimonio artistico e spirituale. Di tanti musicisti vittime in diversa misura di tali atrocità un paziente impegno di valorizzazione sta recuperando i lavori, giunti a noi nei modi più svariati. Il teatro Verdi di Pordenone da anni onora la Giornata della Memoria con iniziative che permettano di riscoprire almeno in parte quella vasta eredità dispersa e per affermare la vitalità dell’arte e della musica anche nei momenti più drammatici e bui della nostra storia.

Elena Ciampelli flauto, Marianna Turri violino, Giovanni Venezia clarinetto, su musiche di Toch, Schulhoff, Copland, Khachaturian. Un “prologo” al grande concerto sinfonico del 27 gennaio, alle 20.45, quando arriverà a Pordenone la Janáček Philharmonic Orchestra, diretta da Reinhard Seehafer e con Jitka Čechová al pianoforte per eseguire brani di Karel, Schilhoff e Dvořàk.. Risorsa vitale e dovere irrinunciabile, la memoria salva e recupera un grande patrimonio culturale disperso negli anni più oscuri del Novecento. Con la Seconda Guerra mondiale le discriminazioni razziali, i campi di concentramento e la repressione politica annientarono insieme a milioni di vite innocenti anche una vasta eredità artistica e spirituale. Ricordare musicisti vittime di persecuzioni è un modo per testimoniare la sopravvivenza dell’arte e della musica anche di fronte al male e al buio assoluto. Non sempre - contrariamente a quanto si sarebbe portati a pensare – le musiche di questi autori sono tristi e malinconiche: in molte pagine emergono un bisogno di respiro e una felicità compositiva che vanno oltre il dramma quotidiano. Un esempio su tutti, Erwin Schulhoff: allievo di Max Reger e Claude Debussy, ottimo pianista, morto di tubercolosi in prigionia: considerata opera ‘progressista’, il suo Concerto per pianoforte e orchestra rimanda alle atmosfere americane e al jazz, la straordinaria musica d’oltreoceano scoperta grazie all’amico pittore dadaista George Grosz..

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